La storia di Ortigia

Ortigia è un isolotto della Sicilia sudorientale, definita come la parte antica della città di Siracusa.
L'isola è collegata alla terra ferma da tre diversi punti e si protende nel mar Ionio protendendosi da nord a sud per circa 2 km, partendo dal "porto grande" fino alla stretta penisola di 200 metri su cui sorge il massiccio Castello Maniace, eretto da Federico II di Svevia.
La sua etimologia è molto particolare; secondo diversi studi, infatti, il suo nome deriva dal greco antico "ortyx", che tradotto significherebbe "quaglia". La sua nascita ebbe inizio nel 734 a.C, data in cui Archia, partito da Corinto, sbarcò ad Ortigia sconfiggendo i siculi e fondando la colonia di Siracusa. Molto presto la città assunse un ruolo fondamentale sia in campo economico che militare, anche grazie alla sua conformazione geologica particolare e alla posizione strategica, a tal punto da imporre la sua supremazia su quasi tutto il Mediterraneo. Agli inizi del IV secolo a.C, sotto Dionigi il grande, Siracusa divenne senza troppi problemi la città più potente d'Europa; conquistò infatti un notevole prestigio, divenendo il nuovo "perno" economico, politico e culturale. 
Sotto il regno di Ierone II, Siracusa si scontra con gli interessi di Roma, una nuova potenza nascente.
Dopo un lunghissimo assedio, nel 212 a.C viene conquistata dal popolo romano, rimanendo nonostante tutto la capitale della Sicilia. Nell'879 d.C venne conquistata dagli Arabi, mentre fu sotto dominazione spagnola nel 1536, anno nel quale Siracusa attraversa un ulteriore periodo di splendore. Splendore che tutt'oggi caratterizza l'isola di Ortigia da tutti gli altri centri storici siciliani.
Nel 1700 passò dagli Asburgo ai Borboni e successivamente al trattato di Ultrecht, passò in mano agli austtriaci per poi ritornare ai Borboni fino al 1860.
Solo nel 1861, la città viene identificata con quella dello stato italiano